Uno degli
svaghi più
naturali, e
quindi più
salutari ed
economici, è
quello di
camminare.
L’uomo è
dotato del più
meraviglioso e
perfetto
organismo del
creato: una
macchina
eccellente è a
sua
disposizione,
ma sovente –
oggi – egli la
trascura. Per
vivere nella
società l’uomo
deve
sopportare
limitazioni e
costrizioni,
perciò ha
tanto più
bisogno di
dedicare le
ore di libertà
lasciategli
dalla sua
schiavitù con
estrinsecazioni
benefiche al
suo corpo e al
suo spirito.
Lo sport
libero (e per
libero intendo
lo sport senza
macchina, come
l’atletica, il
nuoto,
l’alpinismo,
l’escursionismo,
ecc) era, fino
a qualche anno
fa, la maniera
migliore di
procurarsi un
completo
profitto
fisico, ma
oggi che è
tutto
meccanizzato
l’organismo
umano ne è
mortificato.
La
motorizzazione
è arrivata
all’assurdo di
portare in
giro la
sedentarietà,
ma tutti sanno
e consigliano
a chi abusa
della
“motoretta” o
dell’automobile
di fare moto
naturale, cioè
camminare.
Ecco dunque la
necessità di
raccomandare
nuovamente a
tutti, ma
specialmente
ai giovani,
l’escursionismo.
L’escursionismo,
che è una
ginnastica
esercitante
tutti i
muscoli del
corpo e tutte
le facoltà
intellettive e
spirituali,
rappresenta
uno svago
completo e
degno di
essere
indicato come
il migliore
degli antidoti
ai tossici
accumulati
nella febbrile
vita moderna.
L’escursionismo,
come si sa, è
la camminata
in montagna.
E’ un gradino
più in su del
turismo, ed è
uno più sotto
dell’alpinismo.
E, dal momento
che la via di
mezzo è sempre
la più saggia
(in medio
stat virtus)
pensiamo sia
opera
meritoria ed
altamente
sociale
additarla.
Abbiamo detto
che
l’escursionismo
sta tra il
turismo e
l’alpinismo:
infatti il
turista si
sposta da una
località
all’altra
servendosi di
mezzi
meccanici e
poco o niente
spendendo dei
suoi mezzi
fisici;
l’alpinista si
reca in
montagna con
mete
prefissate e
difficili da
raggiungere
mediante le
sue
eccezionali
doti fisiche e
psichiche, e
deve possedere
una
preparazione
tecnica
severissima;
l’escursionista
va in montagna
senza tendere
a mete
supreme. Egli
è un
innamorato
della natura
alpestre e la
gode
pacificamente,
dalla valle
alla facile
vetta. La sua
avventura è di
modeste
proporzioni,
ma
infinitamente
appagante.
Egli non ha
ambizioni che
vanno più in
là del
trascorrere il
suo breve
tempo di
libertà nel
sole e
nell’atmosfera
della
montagna: dal
bearsi di
fronte a
pascoli verdi
e fioriti e
dalle acque
schiumeggianti
dei limpidi
torrenti; dal
vivere un po’
la rude vita
dell’alpe,
dall’adagiare
nervi e
spirito su di
una vetta
prealpina
dominante la
pianura e
conquistata
dal proprio
allegro sudore
di ore di
tranquillo
cammino e
serena ascesa;
dal consumare
lo spuntino o
la colazione
che reca nel
sacco, lassù,
all’aria
aperta e
balsamica dei
1000 o 2000
metri; dallo
scendere a
valle cantando
una nenia
alpina,
ristorandosi
con un
pediluvio
nelle fresche
acque montane,
nel ritornare
alla sua
prigione
cittadina col
cuore
rinnovato,
rifatto
fanciullo, con
la fronte un
po’ spianata
da quelle
rughe
incipienti
che,
purtroppo,
vediamo ora
formarsi sulle
esangui fronti
dei nostri
giovani
ventenni.
Ecco cos’è
l’escursionismo.
Ecco perché
allora
comandiamo con
insistenza ai
giovani.
L’escursionismo
insegna pure
che si può
essere sani e
felici con
poco, perché
quel poco è
conquistato
onestamente.
Ma occorre
avere l’animo
puro e sgombro
da ambizioni
funeste;
occorre amare
la vita e la
natura così
come sono,
senza
complicazioni
morbose o
scellerate. Il
cielo azzurro,
l’aria
purissima, i
fuori
olezzanti, una
bella
fanciulla e
gli orizzonti
colorati di
albe e
tramonti, sono
cose alla
portata di
tutti. Che si
vuole di più?
Ebbene,
l’escursionismo
vi offre tutto
questo.
Dalla
rivista
“Escursionismo”
della F.I.E. –
Anno 1968,
n.13 di Sandro
Prada.
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